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Fondi per la Cultura, Gubitosi: fate presto Attualità Primo piano Turismo ed Eventi 

Fondi per la Cultura, Gubitosi: fate presto

“Ciò che più di tutto sento di dover esprimere in questi giorni così drammatici è l’unicità di Giffoni che rappresenta un’esperienza non ripetibile né delocalizzabile per il mondo dei bambini, degli adolescenti, dei giovani. L’onda di affetto che ci ha travolti in queste ore ne è la riprova più
autentica. Privarli di questa esperienza è veramente impensabile, direi mostruoso. In questi giorni siamo dei veri e propri sorvegliati speciali. Il mondo e l’Europa ci guardano. Ne va della nostra immagine, della nostra reputazione e di quella dell’Italia. Parlare di Giffoni significa far riferimento ad un’attività che non appartiene solo alla Campania, ma ad un patrimonio che è universale. Che è di tutti. Di fronte a questa situazione, perciò, non possiamo stare a guardare. È mio dovere mobilitare le coscienze. Giffoni non si può fermare, non può essere mutilato, ridotto, compresso. Giffoni ha bisogno di esprimersi in tutta la sua forza, in quella sua naturale evoluzione e crescita, come
avviene senza sosta da 54 anni a questa parte. Non vorrei creare allarmismi. Ma non credo di esagerare dicendo che esiste un problema di carattere sociale. È estremamente pericoloso togliere
ai nostri ragazzi la possibilità di vivere un momento così importante dal punto di vista della formazione, un’esperienza di vita così totalizzante come Giffoni è per loro, non solo in occasione del Festival, ma durante tutto l’anno, in Italia e all’estero. Giffoni è casa, qui trovano il luogo in cui possono esprimersi in libertà ed essere così come sono. Come possiamo poi prendercela con questi ragazzi che sono lontani dalle istituzioni,
disaffezionati alla politica, disinteressati al bene comune? Cosa trasmettiamo loro? Quale messaggio gli stiamo facendo arrivare? Quello di istituzioni lontane dai loro bisogni e dalle loro esigenze, che non sanno comprenderli e sostenerli nel loro percorso di crescita. Siamo alla vigilia di un appuntamento elettorale importantissimo, quello per il rinnovo delle istituzioni europee. L’Europa deve saper parlare sempre di più ai giovani
perché europeo è il loro orizzonte di vita. Ma cosa stiamo insegnando a questi ragazzi? Che a parole le istituzioni sono vicini alle loro istanze, ma
nei fatti per loro si fa poco, pochissimo. E questo non è accettabile. La cultura non ha colori politici e non ha insegne di partito. Chi oggi fa cultura non deve vestire certo una casacca. Ecco perché noi non siamo a favore di nessuno e non siamo contro qualcuno. Rispettiamo il governo nazionale, ma non si può non condividere la posizione assunta in questi giorni dalla Regione Campania. Siamo cittadini ed abbiamo il dovere ed il diritto di esprimere approvazione o disapprovazione per ciò che accade.
Ai nostri occhi appare incomprensibile questo corto circuito che si è venuto a creare tra Stato e Regioni del Sud, Campania compresa. Questi
ondi, perciò, li rivendichiamo. Ed è per questo che vanno trasferiti al più presto. Per la Campania significa programmare circa sei miliardi di euro,
di questi solo 350 milioni sono destinati alla cultura. Si tratta di una porzione tutto sommato residuale sul totale, ma che pesa molto, moltissimo
se si pensa a quanto siano rilevanti per il Pil nazionale e regionale la cultura ed il turismo.
Il nostro orizzonte non può e non deve essere perimetrato dalle valutazioni di carattere partitico che non ci riguardano e dalle quali ci sottraiamo
perché non ci competono. Rivendichiamo, perciò, il nostro essere patrimonio di tutti.
Ecco il mio appello, come dicevo in premessa. Al buonsenso. Alla coesione. Chiedo a tutti gli italiani di condividerlo, a tutti i cittadini di buona
volontà e dalla coscienza libera.
Il mio appello è al Presidente del Consiglio dei Ministri, Giorgia Meloni affinché quanto prima si proceda alla sottoscrizione dell’accordo di
programma che ci consentirà di entrare nella disponibilità dei fondi.
Il mio appello è ai Ministri di questo Governo. Molti li conosco personalmente. E molti conoscono la realtà di Giffoni. Affinché comprendano il valore di questa posizione che siamo costretti ad assumere ed il rilievo di ciò che quotidianamente facciamo con le nostre attività. Il mio appello è ai parlamentari, in particolare a quelli del Sud perché svolgendo una funzione di rappresentanza si facciano interpreti virtuosi di questa criticità, senza far prevalere l’interesse di parte su quello generale. Il mio appello è alle forze politiche tutte, di maggioranza e di opposizione, perché siano al nostro fianco in questo momento di difficoltà.
Il mio appello è alle migliaia di giurati presenti e passati, alle loro famiglie, ai tanti talenti, ai tanti artisti, uomini di scienza, di cultura, intellettuali,
scrittori, aziende e a tutti gli organi di informazione che in questi anni hanno potuto vivere la realtà di Giffoni. Oggi Giffoni rischia, si potrebbe
fermare. Non c’è riuscito il terremoto dell’80. Non ce l’ha fatta il Covid. Sarebbe una beffa che accadesse proprio oggi. La mia è perciò unachiamata alle arti. Perché la cultura non può essere fermata e la sua traiettoria non deve essere spezzata perché è una traiettoria di libertà. Il mio appello è ai cittadini italiani perché siamo noi i primi a dover indirizzare la politica, sollecitare la classe dirigente, rimproverarla se
necessario. Siamo tutti cittadini di un grande Paese che si chiama Italia e siamo noi cittadini i primi a dover difendere il nostro grande Paese. A Giffoni lo Stato ha investito, in particolare attraverso il Ministero della Cultura. Lo ha fatto l’Europa. Lo ha fatto la Regione Campania. In 15 anni sono stati impiegati oltre 157 milioni di euro. Lo certifica attraverso un suo report il Nuvap che è un’articolazione proprio del Dipartimento per le Politiche di Coesione. Questo flusso di risorse ha determinato sviluppo, crescita, una importante trasformazione del territorio. Non lo diciamo noi, lo dice il Dipartimento per le Politiche di Coesione della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Il paradosso è che oggi questo processo potrebbe
conoscere una brusca, incomprensibile, ingiustificabile interruzione. Non possiamo permetterlo. Giffoni è un brand del made in Italy e non solo del made in Sud. Giffoni appartiene al mondo come al mondo appartengono Pompei, Paestum, Sibari, Agrigento, solo per fare qualche esempio. È per questo che merita rispetto come rispetto meritano tutti gli investimenti messi in campo in questi anni per rendere questo brand così amato a tutte le latitudini.
Giffoni, insieme alle organizzazioni di categoria tutte, sotto l’egida dell’AGIS, Associazione Generale dello Spettacolo, sarà chiamata ad una giornata di mobilitazione a Napoli. Ci saremo. E faremo sentire la nostra voce. E daremo l’evidenza del nostro peso e di come questa situazione di incertezza sia vissuta drammaticamente da migliaia di lavoratori della cultura e dello spettacolo e dalle loro famiglie. Ecco come l’emergenza culturale diventa dramma sociale. Non cerchiamo scontri. Non ci appartengono le logiche della politica che, però, non devono prendere il sopravvento fino a travolgerci. Il nostro è
un appello corale, che vuole arrivare a tutti, auspicando che il Ministro Raffaele Fitto ed il Presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca,
arrivino ad una risoluzione immediata di questa controversia che danneggia il nostro Paese. Il nostro è un appello alla coesione perché nessuno
possa portare sulla coscienza il peso della colpa, quella di aver inferto un colpo mortale al sistema cultura del Paese più bello del mondo, la nostra
Italia. Dal canto nostro Giffoni è pronto a recuperare il tempo fin qui perduto. L’unica rassicurazione che ora sento di dare è proprio questa: se questa
criticità rientrerà in tempi rapidi, lavoreremo giorno e notte per poter assicurare a tutti un Giffoni ancora più felice: per questo, fate presto!”, scrive Claudio Gubitosi.

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